Biodanza, a Milano più che mai

Adesso la città è praticamente vuota, le strade sono libere, il ritmo è più lento. I negozi sono quasi tutti chiusi, poca gente tra le vie, in centro qualche turista e un silenzio quasi assordante altrove. Da un lato girare in città può avere aspetti positivi in questo periodo: la attraversi in 1/3 del tempo, il parcheggio libero in ogni angolo e qualche tram sfreccia saltando le fermate. Nonostante la stagione, ahimè, i colori di Milano non cambiano, il grigio fa da protagonista e, insieme all’afa e al cemento che brucia, rendono comunque la vita metropolitana poco naturale e salutare per il corpo e l’anima.

La mia scelta di Una Nuova Vita mi ha permesso finalmente di potermi godere un pò di giorni di libertà’, sul Garda nelle scorse settimane, ed ora nella campagna umbra ospiti di amici, di quelli con la “A” maiuscola. E, come ti allontani dalla città, immediatamente tutto cambia: lo scenario, il lago e i tramonti mozzafiato, il ritmo, l’aria che respiri, i colori, i sapori. Il corpo vibra in risonanza con le stelle cadenti della notte scorsa, i grilli e le cicale, i pomodori dell’orto, i raggi di sole che filtrano tra le foglie, il silenzio… Ma questo è un silenzio che racconta mille cose: il canto del gallo che scandisce il tempo, il gattino che passa, la mia amica Adele che innaffia i fiori e si prende cura delle piante, la risata del nonno in lontananza dall’oliveto, i bambini che giocano e il fratellone Giovanni che fa stretching a bordo piscina dopo una corsa mattutina di 5 km. Altroché silenzio, qui c’è un orchestra di mille suoni e note, e si gioca ad indovinare quale creatura meravigliosa stia riuscendo a comporre questa straordinaria melodia semplicemente con il suo canto.

E’ in questa dimensione che provi emozioni che in città sono impossibili da percepire, una connessione che ti fa sentire parte del tutto, non diversa da un albero, da un prato o da una farfalla che ti si posa davanti. La mia amica Adele qualche anno fa ha lasciato la metropoli per ritornare alle origini e calarsi totalmente in questa vita “biologica”, e come biasimarla… Io ho sempre avuto un forte richiamo a questa dimensione agricola ed agreste, da piccola passavo l’intera estate dai nonni in campagna, e quante volte da adulta mi sono chiesta cosa ci facessi a Milano a fare il topo d’appartamento.

Ci nasci e ci cresci. Certo, la capitale economica è fantastica nella sua architettura e nelle sue mille proposte e possibilità; qualunque cosa tu cerchi, Milano te la offre in mille sfaccettature e sempre a portata di mano. Mille scuole, università, fiere, eventi culturali, cinema, teatri, biblioteche, discoteche, locali, supermercati, farmacie notturne, musei, uffici, palestre, negozi di qualunque tipo e dimensione, metropolitane di tutti i colori ormai anche senza conducente, eventi, feste, ospedali dalle mille specializzazioni e dalle  tecniche  più avanzate.

Si potrebbe dire “cosa si può’ volere di più dalla vita?”. Sicuramente, ma tutto questo che prezzo ha? Passata la settimana di ferragosto, progressivamente la città si ripopola: le macchine sfrecciano come missili, la gente corre già dalle sette del mattino, il traffico  incalza, le code in tangenziale ed in ogni ufficio pubblico; lo stress predomina e danza col grigio, il quale diventerà sempre più plumbeo e che si mischierà con la nebbia.

Milano è senza dubbio la città più frenetica d’Italia, e non stupisce che sia anche quella dove lo stress e l’ansia condizionano pesantemente la vita quotidiana. Milano, la città che non dorme mai, ma non per la movida: le statistiche parlano chiaro, a Milano si acquistano quasi 100 sonniferi al minuto e il motivo è sempre lo stesso, combattere stress e ansia. Numeri alla mano, più del 10% dei milanesi assume sonniferi, e questo rende la realtà meneghina quella a più alta percentuale di sonniferi venduti. Su oltre 28 milioni di lavoratori, circa 6 milioni di italiani soffre di stress da lavoro. I fattori determinanti sono le forti pressioni lavorative, le barriere culturali che rendono la carriera manageriale (soprattutto nelle donne)  più difficoltosa ed impegnativa, le remunerazioni non in linea, la competitività, i rapporti interpersonali e il difficile clima lavorativo, che, sommati alle responsabilità famigliari, creano un vero cocktail esplosivo!

Alla luce di tutto questo, a che tipo di malessere va incontro chi vive nelle grandi città? Attacchi di panico, depressione, ansia, stress e problemi col cibo. Catene industriali che sfornano pane surgelato, polli e uova di batteria coperti da antibiotici, frutta e verdura all’unico sapore di “niente”, pesticidi che regnano liberi sugli scaffali. Milano, come dicevo prima, da una  parte offre stimoli e opportunità, dall’altra, paradossalmente, favorisce l’incontro con la solitudine. Il raggiungimento del benessere e di uno status sociale riconosciuto rischia di impoverire enormemente i rapporti autentici tra le persone. Inoltre, la richiesta pressante e continua di prestazioni sempre maggiori, può far perdere il senso dei limiti umani che ciascuno di noi per natura possiede.

Come fare allora per fronteggiare il malessere urbano se vivi e lavori da sempre in citta’? 

Concediti delle gite fuori porta appena puoi, organizza serate tra amici, goditi i cinema e teatri che la città offre in ogni angolo, passeggia nei parchi nel tempo libero, ma, soprattutto, una volta alla settimana danza!!!

Danzala questa vita…Vieni a danzare con noi o danza dove vuoi, ma danza! Perché proprio la Biodanza?

  • Perché favorisce la dissoluzione dello stress e delle tensioni croniche.
  • Perché eleva i livelli di autostima
  • Perché e’ un ottimo antidepressivo naturale
  • Perché favorisce il movimento emozionato ricco di senso e non meccanico
  • Perché utilizza la musica come linguaggio universale
  • Perché una metodologia innovativa e rivoluzionaria
  • Perché pur non essendo una terapia, ha effetti terapeutici a volte immediati
  • Perché sviluppa un “inversione di tendenza” che restituisce priorità al corpo e alla sensibilità
  • Perché favorisce amicizia, amore e gioia
  • Perché stimola la capacità di esprimersi e comunicare con un linguaggio non verbale
  • Perché stimola la nascita e la crescita progressiva di un gruppo di persone affettivo e non giudicante
  • Perché avviene in un luogo protetto, dove puoi sentirti libero di essere
  • Perché nutre i nostri bisogni profondamente, stimolando gesti che nascono dal cuore
  • Perché rieduca ad un nuovo stile di vita biocentrico con un linguaggio affettivo

Ecco un modo per imparare a vivere a Milano con gioia, e non semplicemente sopravvivere!

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